Milan-PSG 2-1, Leao e Giroud ribaltano il PSG

Tutti gli elementi sono presenti per assistere a una partita di grande calcio: uno stadio eccezionale, due squadre determinate a fare una grande stagione in Europa e una serie di giocatori che sarebbero l’invidia di qualsiasi allenatore.

Tutte
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Fuori
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Squadra
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AC Milan
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Newcastle
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Importantissima vittoria del Milan, riaperto il discorso qualificazione

Nei primi sei minuti si sono già contate tre potenziali azioni da gol, un’accelerazione di Mbappè e due conclusioni vicine al gol di Loftus-Cheek e Leao. E oltre a quanto accade nelle due aree, ogni pallone viene giocato come se fosse l’ultimo, nessuna giocata è banale e nessun duello viene vinto senza un grande sforzo.

Nessuna sorpresa, dunque, se dopo meno di un quarto d’ora il risultato è già di 1-1. Il Milan paga un prezzo molto alto per una disattenzione collettiva su un calcio d’angolo battuto da Vitinha: Marquinhos è libero di spizzare la palla, mentre Skriniar è liberissimo di appoggiarla di testa in rete da due passi. Già dai primi minuti si poteva intuire che sarebbe stata una di quelle serate che ispirano Leao a fare il fenomeno. Proprio da fenomeno è l’azione che porta i rossoneri sull’1-1. Lo strappo del portoghese è di quelli che l’hanno portato a diventare il giocatore più pagato della rosa rossonera, il passaggio per Giroud è perfetto e sulla respinta di Donnarumma arriva la perla in rovesciata di uno scatenato Leao.

Nessun respiro si fa sentire durante l’intenso scontro che si sviluppa scatto dopo scatto, contrasto dopo contrasto, occasione dopo occasione. La facilità con cui si effettuano i tiri non è dovuta a errori della squadra in fase di non possesso, ma piuttosto alla maestria del giocatore con il pallone. Mbappè, in modo insolito, sbaglia l’angolo della conclusione grazie all’uscita tempestiva di Maignan. Dembelè colpisce la traversa con un tiro poderoso e subito dopo Giroud centra l’esterno della rete. Il potente calcio di punizione di Tomori mette alla prova le mani di Donnarumma, che nella sua mente trasforma fischi e insulti in applausi. Invece, sono applausi autentici e sinceri quelli che salutano le due squadre all’uscita dal campo per un intervallo meritato, con il punteggio di 1-1. Un primo tempo che offre sorprese: Leao si dimostra migliore di Mbappè, una leggera superiorità rossonera a centrocampo (dove i francesi avevano dominato nella partita di andata) e il Paris Saint Germain che si carica di tre cartellini gialli contro zero.

Le sfide fisiche sono ben accolte, ma è la determinazione a fare la differenza. Soprattutto quando è Giroud ad alzarsi più in alto dei difensori e ad impattare con la forza di un martello. Il suo gol che porta il punteggio sul 2-1 è uno dei suoi classici, un marchio di fabbrica che i tifosi del Milan conoscono bene. Il cross perfetto e preciso arriva come sempre da Theo Hernandez, in una combinazione causa-effetto impeccabile.

Coraggio e convinzione sono due attributi che i giocatori francesi lasciano negli spogliatoi al rientro in campo. Diminuiscono il numero di duelli vinti e tendono a cercare azioni individuali che, in una partita di Champions, finiscono invariabilmente in un vicolo cieco. Luis Enrique cerca di intervenire sul fattore “coraggio” adottando una tattica simile a quella di Simone Inzaghi: libera il campo dai giocatori ammoniti, inserendo quattro nuove forze fresche. Nel frattempo, Pioli si gode il Milan che finalmente si esibisce in campo come lui preferisce, sia per quanto riguarda l’atteggiamento che le scelte tecniche. I suoi giocatori si difendono in modo ordinato e lucido, e si avvicinano anche al terzo gol con una punizione di Theo Hernandez, parata da Donnarumma.

Alcuni segnali di stanchezza iniziano a manifestarsi tra i giocatori del Milan quando il cronometro segna il minuto 75. Si tratta di una fisiologica fatica che la squadra gestisce abbassando leggermente la propria posizione di gioco, senza correre rischi. Rimane in attesa, osservando attentamente con quattro occhi invece di due le mosse di Mbappè e sperando nel meglio. Ogni tanto c’è una ripartenza, come nell’ultima volata di Leao (poi sostituito esausto) che costringe Skriniar a commettere un fallo che in realtà meriterebbe un cartellino arancione. Poi subentra Okafor e, al suo primo tocco di palla, mette quasi in difficoltà Donnarumma. Non c’è gloria senza sofferenza e i patimenti del Milan vanno ben oltre il novantesimo, durano per tutto il lunghissimo recupero in cui Luis Enrique schiera un ultraoffensivo 4-2-4, colpendo un palo con Lee Kang-In, ma poi si scontra costantemente contro il muro del Milan. La squadra rossonera si aggiudica meritatamente tre punti e ritorna prepotentemente in corsa per la qualificazione agli ottavi.